Intervista a Enrico Scebba

Caro Enrico, innanzitutto grazie per il tempo concesso.
Benvenuto alle domande “scomode”, spero comprenderai il motivo per il quale le chiamo così.
Mi piacerebbe, anche per questo, conoscere qualcosa in più del tuo pensiero e del tuo linguaggio ma anche del te non scrittore, l’Enrico quotidiano.

Sia chiaro, puoi rispondere alle domande che vuoi. Considera che puoi anche mentire spudoratamente 🙂

Sul viale delle ombre, ce ne parli? Come ti è venuta l’idea, di cosa si tratta e dove possiamo trovarli?

Sul viale delle ombre innanzitutto sarà una trilogia di romanzi genere giallo gotico/mistery, di cui il terzo volume deve ancora vedere la luce, e che molto probabilmente verrà pubblicato nei primi mesi del 2023. Tranquilli, non lascio nulla a metà, è già scritto e in fase di editing. La trilogia è tratta da leggende e studi alchemici a cui mi sono ispirato e che gravitano soprattutto a Villa Palagonia (Villa Phalagon nei romanzi) sita a Bagheria (PA) città siciliana in cui sono cresciuto. L’ambientazione si scosta però molto dalla realtà siciliana, ho infatti inglesizzato i luoghi e i personaggi, creando Baghville (Bagheria appunto), piccolo borgo inglese in cui si svolgono gli eventi, agli inizi del ‘900, quindi in epoca Vittoriana. Le leggende legate a Villa Palagonia narrano di un principe, soprannominato il Negromante e vissuto nel ‘700, un nobile molto oscuro e stravagante, tanto da decidere di far erigere mostri di pietra sulla cima delle mura che delimitano la sua proprietà, Villa Palagonia viene conosciuta quindi soprattutto per questo genere di sculture che donano ad essa l’appellativo di “villa dei mostri”. Si dice che, un tempo, per giungere alla villa si dovesse percorrere un viale anch’esso fiancheggiato da creature mostruose, da qui nasce il titolo del mio romanzo d’esordio: Sul viale delle ombre. Ed è proprio passeggiando per questo viale, andato ormai distrutto e oggi diventato una strada molto trafficata, che ho avuto l’ispirazione iniziale, documentandomi ho poi ideato l’intera trilogia. Il viale, insieme all’arco posto alla sua estremità, antico ingresso della villa ancora oggi esistente, rappresentano per i personaggi del mio libro le loro stesse paure, quelle che nella vita si è costretti ad affrontare, paragonabili alle ombre dei mostri che proiettandosi sul viale assumono forme ancora più grottesche. Ma il viale delle ombre è soltanto un simbolo, in una trama che lega i protagonisti, Steven e Katie, ai misteri della villa, abitata da personaggi altrettanto misteriosi. I due fratelli scopriranno che Baghville non è affatto un tranquillo borgo di periferia, ma un luogo abitato dal male, dalle superstizioni e dalla paura degli abitanti. Ma come sempre, qualcosa di vero c’è anche dietro le superstizioni, e i due protagonisti lo scopriranno a loro spese, affrontando una terribile maledizione che si dice sia stata lanciata dal Negromante in persona. Ogni mio romanzo è disponibile su Amazon, considerato che ho scelto di pubblicarli lì e in modalità self publishing. È comunque possibile ricevere le copie anche direttamente da me, contattandomi su Instagram o su altri canali e social, così da avere i miei romanzi sia con la dedica che con degli ottimi sconti sul prezzo di copertina.

Hai pubblicato in self, ci racconti l’esperienza? E soprattutto perché questa scelta?

Ho pubblicato in self giusto per prova, quando ho deciso di far uscire il primo romanzo spin-off della trilogia Sul viale delle ombre, dal titolo: “La Paziente 99”. Infatti, il primo volume della trilogia era stato pubblicato con una CE, ma ho poi deciso di pubblicare lo spin-off tramite self publishing. Ci sono diversi motivi per cui credo che il self, se eseguito bene, possa essere più interessante dei classici metodi di pubblicazione, e sono stati questi motivi a convincermi, una volta riacquisiti i diritti, di migrare Sul viale delle ombre, ripubblicandolo in self. Uno dei motivi principali è stato il boom di vendite de “La Paziente 99”, molto probabilmente spinto dall’allettante ambientazione: il manicomio, sempre agli inizi del ‘900. Un altro dei principali motivi è la possibilità di tenere tutto sott’occhio, così da monitorare le vendite anche giornalmente e non soltanto una volta l’anno come nei sistemi di pubblicazione tradizionali. E poi, volete mettere la soddisfazione di creare da zero qualcosa che vi sta a cuore?! Rimane però l’unica pecca, quella di dover gestire tutto da sé, ma per fortuna ho dimestichezza con l’informatica, o non mi sarei mai imbarcato in questa bellissima avventura. Infatti, buona parte del lavoro per giungere al prodotto finale, viene gestito direttamente da me; l’unica cosa a cui non penso, ed è essenziale che sia così, è l’editing. Per fortuna ho una bravissima editor che pensa a mettere in ordine le mie parole e i miei pensieri, e questo penso sia una parte davvero molto importante nella realizzazione di un’opera letteraria. Insomma, il self credo non sia per tutti, bisogna avere tempo, capacità, volontà e soprattutto passione, ma anche delle abilità per quanto riguarda il marketing, perché una volta pubblicato il romanzo su una qualsiasi piattaforma, non si venderà da solo.

Da dove nasce l’esigenza di scrivere?

Credo che questa sia una delle domande più complesse di questa intervista, a cui presumo molti autori e autrici non sanno darsi risposta. Nel mio caso, riflettendoci parecchio, sono giunto alla conclusione che scrivere sia un bisogno, qualcosa che nasce innanzitutto da una fantasia frenetica, ma soprattutto dalla voglia di voler realizzare qualcosa che emozioni, un po’ come i libri che leggiamo e i film che guardiamo. Inventare una storia, o raccontarne una vissuta, da noi o da altri, a volte sono cose diverse, ma a volte sono la stessa cosa. Scrivendo ci raccontiamo, e credo sia uno dei pochi modi che abbiamo per far sì che le nostre storie, che sono parte di noi, rimangano ancora vive anche nel momento in cui non ci saremo più. Lo scritto rimane e forse scriviamo per l’esigenza di rimanere, nei cuori e nella mente di chi ci conosce, ma anche di chi non ci ha mai conosciuto, forse anche per generazioni, o almeno me lo auguro.

Oltre alle ombre hai pubblicato altro? Di cosa si tratta?

In realtà direi che non ho pubblicato nient’altro, appunto perché “La Paziente 99” fa comunque parte del ciclo narrativo di Sul viale delle ombre, con eventi che avvengono in una finestra temporale fra i primi due volumi della trilogia. Il romanzo in questione è un thriller psicologico e ha come protagonista Barbara Phoenix, personaggio secondario della trilogia suddetta, una ragazza che viene ritenuta affetta da disturbi psichici e comportamentali che viene sin da subito internata in un manicomio. Gli agenti di Polizia la colgono sul fatto, proprio mentre Barbara sta minacciando di morte i propri genitori. Viene quindi rinchiusa e pian piano il lettore scoprirà la sua vera natura, tra vessazioni e soprusi che dovrà patire, ma con accanto alcuni personaggi che le daranno forza per affrontare tali avversità, ma soprattutto per credere più in se stessa.

Se non ci stai già lavorando, hai in mente un prossimo progetto? E in caso di cosa si tratta? (puoi anche rispondere “fatti gli affaracci tuoi”).

Come dicevo, dovrò lavorare alla pubblicazione del terzo volume di Sul viale delle ombre, dal sottotitolo: “La chiave dell’eternità”. Infatti, l’editing bisogna seguirlo e c’è sempre qualcosa da sistemare sino all’ultimo minuto prima della pubblicazione. Ho altri progetti in ballo e tante idee: alcune trame e spunti li ho messi da parte, così da essere pronti per essere sviluppati, soprattutto per quanto riguarda altri spin-off di Sul viale delle ombre. Piccolo spoiler: tra la trilogia e gli spin-off, i volumi dovrebbero essere tutto sette, e non è un numero scelto a caso, chi ha letto il secondo volume della trilogia capirà. Invece, per quanto riguarda altri progetti che si scostano da quello più ampio di cui abbiamo già parlato, ho in scrittura “L’ultimo hotel”, un romanzo paranormal thriller che dovrei riuscire a pubblicare anche nel 2023. Si tratta di un romanzo che rievoca molto ambientazioni alla Silent Hill, (se siete fan del videogame allora il romanzo vi piacerà), se invece non lo conoscete, vi basterà immaginare un hotel che pare un’ancora di salvezza e diviene invece un luogo da cui non sarà facile uscire, a metà fra realtà e puro incubo, dove il protagonista verrà messo di fronte alle proprie responsabilità e vicissitudini, fino a che non sarà capace di rimediare ai propri errori.

Parlami della tua passione più grande. Non importa sapere di cosa si tratti (magari non lo vuoi dire e non è la scrittura), mi interessa sapere cosa ne ricavi. Cosa provi quando la pratichi e quando non ti è possibile farlo?

Di passioni ne ho, o ne ho avute diverse, e ne vorrei avere ancora tante. Tra quelle che ho avuto e che non pratico più c’è la videoludica, quindi videogame e affini, credo che mi siano stati molto utili per sviluppare la mia fantasia, uno fra tutti cito il videogioco “Final Fantasy” capace davvero di giungere sino ai limiti dell’immaginazione. In seconda battuta, ma sempre durante l’infanzia, ho amato il cinema e ancora oggi riesco a emozionarmi grazie a esso, anche questa passione mi fornisce spunti fantasiosi per scrivere. Poi arriva la lettura durante l’adolescenza, e posso dire che non mi ha più abbandonato, magari in alcuni periodi ho letto di meno, ma credo di avere avuto sempre un libro in lettura, che sia un classico o un contemporaneo. In età più adulta, ma comunque da ragazzo, arriva il Jeet Kune Do e quindi le arti marziali, che non ho mai praticato in maniera assidua e che infine ho mollato per causa di forza maggiore, un giorno però riprenderò a praticare più attivamente. Per fortuna non ho mai dovuto usare la piccola esperienza maturata per difendermi, ma è sempre meglio essere pronti, posso dire però che la filosofia che sta alla base delle arti marziali ti prepara meglio ad affrontare la vita. In tutto questo fa da contorno l’informatica, che mi ha sempre appassionato e che mi ha permesso non soltanto di trovare i primi lavori, ma anche di poter dare spinta alla scrittura, considerato le sue potenzialità. Tra queste, la più grande è forse la lettura, perché mi sento bene quando inizio una nuova avventura, capace di portarmi lontano dalla realtà e dal quotidiano che, seppur felice, difficilmente può essere entusiasmante quanto un bel libro.

Cosa ti fa paura?

Annegare mi fa di certo paura, non so bene perché, ma a causa di ciò ho imparato tardi persino a nuotare e da siciliano non è una bella cosa. Ma alla fine sono riuscito a superare questa paura, almeno in parte. Inoltre, mi spaventa un’esistenza priva di passioni, ecco perché ne vorrei sempre avere di nuove.

Libero arbitrio o destino?

Forse siamo tutti destinati a qualcosa, ma per giungere al compimento del nostro destino bisogna fare delle scelte, quindi il libero arbitrio secondo me ci è utile per giungere infine a destinazione.

Sul tuo profilo Instagram ho visto che ti prodighi molto ad aiutare gli emergenti: chi te lo fa fare? Hai un riscontro da tutto ciò (like, followers) o sei un’anima pia?

Non so nel resto d’Italia, ma in Sicilia diciamo spesso che nessuno fa niente per niente. Nel mio caso specifico cerco sempre di essere disponibile sperando che in futuro gli altri lo siano nei miei confronti, ma non sempre accade, spesso però succede, inoltre, grazie alla mia rubrica dedicata agli autori e alle autrici emergenti ho scoperto tante bellissime persone. Ma non solo, anche bei libri che ho avuto l’opportunità di leggere. Insomma ci vuole passione anche nel tendere la mano al prossimo, perché di emergenti bravi in Italia ce ne sono tanti e sarebbe bello conoscerli tutti. In questo modo mi creo la possibilità di farlo e sinceramente sono rare le volte in cui me ne sono pentito. Per quanto riguarda like e followers, viene tutto un po’ da sé, non sono però il mio obiettivo principale.

Oltre al tuo profilo principale hai anche il profilo dedicato a @sulvialedelleombre . Trovi la cosa utile? Puoi suggerire agli autori di avvalersi di più profili o alla fine il tuo principale basterebbe?

Un profilo principale, denominato con nome e cognome dell’autore/autrice, secondo me basta e avanza per riuscire nell’intento di farsi conoscere e far conoscere le proprie opere. Ho creato però @sulvialedelleombre per avere un profilo che venga aggiornato con le novità riguardanti la trilogia e magari anche gli spin-off, così che tutti possano dare un’occhiata soltanto a questo progetto in modo più diretto, considerato quanto sia ampio. Non avrei mai creato un profilo per un romanzo singolo, non avrebbe avuto molto senso. In @sulvialedelleombre invece viene racchiuso tutto ciò che ho creato, e che creerò, così che possa essere più ordinato, soprattutto per chi si affaccia per la prima volta a questa serie di romanzi. Visitando il mio profilo principale l’utente troverebbe troppe cose, tra le mie letture, i libri degli emergenti che pubblicizzo e altri miei romanzi futuri non collegati alla serie. In quest’ottica consiglierei di creare un profilo dedicato, altrimenti no.

Consigli per chi vorrebbe iniziare a scrivere?

Per iniziare a scrivere, e poi anche pubblicare, bisogna secondo me avere le idee chiare. Direi innanzitutto che bisogna buttarsi nella scrittura, soprattutto se ciò che si scrive è importante per lo scrittore stesso. Una buona pratica, per auto testarsi, è quella di scrivere un’opera, breve o lunga che sia, metterla da parte per mesi o anche un annetto, e poi rileggerla. Si scoprirà in questo modo se l’opera è valida o meno, perché se entusiasma ancora lo scrittore, che durante il tempo trascorso è intanto cambiato almeno un po’, allora significa che potrebbe entusiasmare anche i lettori. Grazie al tempo trascorso, lo scrittore diventa secondo me un po’ più lettore e un po’ meno il padre il quella precisa opera, scostandosi da quella visione della propria scrittura che inganna e che non ne lascia intravedere il vero valore.

Chi è Enrico?

Sono un ragazzo che ha superato ormai i trent’anni ma che non ha mai abbandonato le vecchie passioni, che mi accompagnano facendomi tornare un po’ bambino. Sono per gli amici pochi ma buoni e amo più ascoltare che parlare, puntiglioso ma disponibile, sensibile anche ai problemi altrui. Amante dei film e della musica anni ’90, e anche di quella degli anni ancora più addietro. Cosa che non sopporto è la disonestà.

Qual è il libro che avresti voluto scrivere tu?

L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera, secondo me un capolavoro che tutti dovrebbero leggere.

Quante copie hai venduto dei tuoi libri e quale dei tre ha il record?

Grazie a questa tua domanda mi sono incuriosito anche io e sono andato a guardare i report di Amazon. Considerato che ho iniziato a pubblicare nell’ottobre 2020 e che i libri pubblicati in questi anni sono tre, praticamente uno all’anno, ho venduto circa 1500 copie tra ebook e cartacei, senza ovviamente contare coloro che leggono gratuitamente tramite il servizio Kindle Unlimited. Il record lo detiene sempre “La Paziente 99” che secondo me viene spinto molto dal tipo di ambientazione che ha sempre intrigato parecchio: il manicomio.

Ti senti più un autore o un paziente in terapia, a causa di queste domande?

Sinceramente credo di aver fatto anche un po’ di terapia nel frattempo che rispondevo a queste tue domande che trovo molto particolari. Colgo l’occasione per farti i complimenti.

Immaginati arrivato al successo grazie a una pubblicazione. Di cosa vorresti trattasse questa tua opera?

Preferirei trattasse qualcosa il più possibile vicino a un episodio che ho vissuto in prima persona, ma senza essere una biografia o comunque dichiaratamente una parte della mia vita.

Noto un feed sia nelle storie in evidenza che nel profilo, secondo te avere un profilo ordinato e le copertine con la stessa base può essere utile?

Sicuramente un profilo ordinato può essere utile, io ci provo, ma non credo sia il mio caso, sono riuscito però a ordinare le storie in evidenza, soprattutto per far emergere l’io scrittore e le mie opere. Le copertine delle storie in evidenza con la stessa base secondo me dovrebbero adottarle tutti, sono molto particolari e danno l’idea di una certa cura del profilo.

Collabori con qualcuno per le copertine, i post, gli editing ecc.? Puoi suggerirci qualche professionista (o presunto tale ma comunque valido)?

Di solito tendo a fare tutto da me, ma ci sono casi in cui è essenziale avvalersi di qualcuno specializzato o comunque appassionato in un settore specifico. I post li curo personalmente, così come il mio blog, non sarà granché, ma lo uso come passatempo, e spero diventi un punto di riferimento soprattutto per chi vuole iniziare a scrivere. Ci vuole tempo per curarlo, e al momento non ne ho molto. Per quanto riguarda le copertine mi occupo della realizzazione, basandomi a volte su foto copyright free recuperate dal web oppure, come nel caso delle copertine dei primi due volumi di Sul viale delle ombre, ho chiesto una mano (e qualche scatto) a @dani_rizz, un amico appassionato di fotografia e street photographer bagherese che ha realizzato le foto su cui mi sono basato. L’editing, come dicevo, è essenziale non farselo da sé, per fortuna ho conosciuto @attimi_di_libri, molto professionale e capace di dare valore aggiunto alle mie opere. Entrambi non esercitano professionalmente nel proprio settore, ma questo non significa che non abbiano un gran talento.

Grazie per la disponibilità e per la fiducia.
Ti auguro 100000 follower reali, nei prossimi giorni.

Intervista a Enrico Scebbaultima modifica: 2022-10-11T21:05:49+02:00da pabproject
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