Mi sento sballottato
da tutto ciò che mi circonda.
Sento una stretta al collo
e delle pesanti pressioni sulle spalle.
Sento di essere stato abbandonato,
dimenticato in un angolo,
riposto come la conserva.
Lasciato solo all’uscita di scuola.

Non comando le mie gambe,
si dirigono in modo autonomo.
Non comando le mie mani,
si muovono come esseri pensanti.
Non comando la mia bocca
che ingoia cibo in troppa abbondanza.
Non comando il mio corpo,
sono estraneo all’interno di me stesso.

Ed è per questo che lascio tutto.
E Lascio te, che dal tuo amore
ricevo cibo ed acqua dissetante,
un comodo divano e canali in chiaro,
ma pur sempre rinchiuso in una gabbia,
seppur dotata di tutti i comfort.

E lascio il mio lavoro.
Sono stufo di dire sempre si,
di firmare carte false,
di prendere le parti di chi,
piangendo il morto,
frega il prossimo… E la moglie!

E lascio Facebook,
Con quei mi piace sterili
ed i commenti inutili.
Migliaia di amici sconosciuti,
che mi fanno gli auguri
con 2 giorni di ritardo.

E lascio la mia macchina.
Anzi, la butto proprio!
La rottamo, neanche la vendo.
Non voglio istigare nessun altro
ad inquinare l’aria che respiriamo,
rifilandogli una ciminiera ambulante.

E mi compro una bicicletta,
cosi quando ho voglia di pensare
vado al parco a pedalare,
faccio 20 chilometri.
Sudo e sono stanco
e rifletto su quanto è alto il cielo.

Quante diversità di verde trovo
tra cespugli, piante, rovi ed alberi.
Voglio solo immaginare
dove andrà la nuvola sopra di me
una volta scomparsa all’orizzonte
e quali odori annuserò tra un secondo.

4 stagioni e 12 mesi.
Climi e colori differenti,
senza più pensieri strani,
senza più controindicazioni,
senza essere incolpato per gli errori,
senza più complessi e frustrazioni…

Ma è in una fredda mattina d’inverno
che tutto cade giù, compreso il mondo.
Quella che era il simbolo della mia libertà
non c’è più, mi ha abbandonato…
M’hanno fregato la bicicletta!
E tutti i sogni incatenati allo stesso palo.