STORIA DI UN SENZATETTO

La mente umana non dispone di accessi.
Si può imbrogliare chiunque,
persino se stessi.
Questa storia racconta di un senzatetto
che non ricordava che lingua avesse imparato.
Quale fonetica avesse,
la cosa che più gli mancava.
Ma non sapeva neanche
se mai l’avesse avuto,
in passato, un letto.
O se coloro che l’avevano creato,
l’avevano cresciuto,
oppure abbandonato.
Magari, ritrovandosi sotto un tetto,
avrebbe potuto ricordarsi di loro
o di qualcun’altro,
che avrebbe potuto raccontar
di lui stesso.
Mai niente!
Tanti invani tentativi
per un uomo senza ragione,
al quale bastava una razione di cibo
per esistere, anche senza un ricordo.
Ricordo ciò che provarono
quando trovarono,
alla morte dell’uomo,
un appunto scritto
su un vecchio scontrino:
Ho bisogno che qualcuno mi insegni,
anche se non sò chi sono.
Che mi curi,
anche se non son malato.
Che mi ami,
anche se non saprei dare.
Che mi ascolti,
anche se non sò parlare…

La mente umana non dispone di accessi.
Si puo’ imbrogliare chiunque,
persino se stessi.

STORIA DI UN SENZATETTOultima modifica: 2021-12-18T21:38:43+01:00da pabproject
Reposta per primo quest’articolo