CHE SENSO HA? – apr 2021

Per quale scopo si vive? Perché abbiamo delle relazioni se queste poi si vedono costrette alla conclusione? Come mai ci incaponiamo su problemi che, all’atto della morte, risulteranno essere stati altroché superflui? Che senso ha odiare, amare, aiutare, ostacolare una persona o una relazione se basta un attimo, un indugio, uno sguardo, una parola, per far cambiare totalmente il punto di vista?

Quante volte ho pensato, da ragazzo, che Elisa fosse stronza, solo perché aveva un’aria spocchiosa, quando invece non era in grado di manifestare cosa provasse per me? E quante volte ho pensato che la sua attenzione, la sua presenza, potessero essere per me qualcosa di deleterio, quando in realtà avevo solo costruito un muro, e quello era il suo modo di combatterlo? E quante volte avevo pensato che faceva schifo per avermi messo le corna, quando invece stava solo cercando di proteggermi? Cercando di tenermi a distanza, per paura che potesse morire, invece di legarmi a lei con un matrimonio che mi avrebbe visto rimanere vedovo.

Basterebbe essere sempre limpidi, dire la verità, anche se cruda. Parlare, esprimersi, non avere paura, non cercare di influenzare gli eventi, ma sottoporsi a essi e lasciarsi trasportare dall’onda delle emozioni, dei contatti, delle sensazioni, dell’intuitività.

Perché, per venti anni, ho tenuto nella testa una ragazza rivelatasi poi poco importante, snobbando quella che, invece, era presente e disponibile a rendermi felice?

Come ha potuto esistere nella mia mente una Raissa, dai venti ai quarant’anni, solo per un bacio rubato, per poi scomparire con uno schiocco di dita?
Come ho potuto pensare che Elisa mi stesse percuotendo internamente, quando in realtà provava solo a creare una breccia in un muro insormontabile di finzione e paura?
So che niente ormai sarà più uguale. Non sarò più Giovanni, il Giovanni di prima, come non sarò sicuramente mai più dj Giògio e tantomeno Giorgio.

Niente più scappatoie, capriole, paure, ripensamenti. Nulla di tutto questo deve far parte del nuovo personaggio che andrò a interpretare.

Chissà se riuscirò nuovamente ad amare. L’ho fatto per così poco tempo che credo, oramai, sia di uso esclusivo per i pensieri verso Elisa.

Perché è stata lei a farmi capire come funziona, con colpi ai fianchi, con le attenzioni, con il sesso, con le fughe, i pianti, le menate e il tradimento. Nulla sarà più uguale.

“Mi hai talmente depurato, cara mia, che pensavo mi stessi inquinando, quando in realtà stavo solo travasando la mia meschinità nel cesso, riempiendomi di acqua limpida. Ma ora sto capendo.

Non sono riuscito ad amarti per troppo tempo e troppo spesso pensavo di essere percosso, quando in realtà l’unico amore provato è stato per te, perché hai aperto una breccia. Ma ora mi hai abbandonato per sempre e io non posso far altro che ringraziarti, senza però potertelo dire”.

Questa lettera la infilai in una fessura, in un muretto, proprio davanti la sua tomba, un mese esatto dopo la sua morte, in risposta alla sua lettera, lasciatami nel sogno.

Tornai a casa pensando di aver tenuto la musica troppo bassa, durante tutta la mia vita e che era ora di alzare il volume. Selezionai sul telefono “Veridis quo” e, tramite bluetooth, mandai il brano a palla sullo stereo nuovo, alzando il volume al massimo.

Tutta la vita basata sui Daft Punk e poi chiudono, si lasciano, esplodono.

La musica martellava le mie vene e la tentazione di volare, per spegnere ogni pensiero, si stava facendo davvero troppo allettante.

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CHE SENSO HA? – apr 2021ultima modifica: 2022-07-18T18:45:56+02:00da pabproject
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