Intervista a Paolo Ferrero Ponterio

1 -“Ndrangheta. La storia di un uomo la storia di una famiglia”, ce ne parli?

È un romanzo-saggio sulla ‘ndrangheta appunto: da una parte una storia con un forte ritmo d’azione e un respiro, dicono, cinematografico, seriale; dall’altra vi sono concatenati forti approfondimenti da un punto di vista economico e socio-antropologico. Il tutto, in entrambi i casi, ispirandomi direttamente dalle fonti giudiziarie, saggistiche e giornalistiche, che non manco di citare. Ma più di ogni altra cosa, questo libro mi ha salvato la vita durante il grande lockdown dell’inverno-primavera del 2020 in cui l’ho scritto. È stata la principale occupazione che mi ha permesso di non uscire fuori di testa durante quei tristi giorni di chiusure forzate. Dava un senso alle mie giornate e, per diversi motivi, scriverlo è stato terapeutico, molto terapeutico…

2 – Hai pubblicato o stai lavorando ad altro?

No, sinceramente no, ma un sequel del romanzo qualche volta mi è balenato in testa, ma ci vorrebbe un altro lockdown serio ahahahha, oppure un enorme successo improvviso del primo romanzo (che comunque se l’è cavata molto bene), tale da indurre altri a chiedermi di scriverlo e pagarmi molto bene ahahaah.
Altrimenti la vedo difficile, lavoro molto e il tempo è quello che è.

3 – Hai pubblicato con Rossini editore, vuoi condividere l’esperienza?

È una discreta casa editrice, poteva fare di più, ma gli sono molto grato comunque per l’opportunità che mi ha dato.

4 – Sei anche un buon lettore? Qual è il genere che prediligi? Hai un autore preferito?

Amo immensamente leggere, praticamente di tutto, eccetto l’horror: dalle letture impegnate e quindi anche saggistica di vario genere (soprattutto economia e filosofia), ai romanzi di ogni tipo: dai più leggeri ai più “pesanti” (che poi è tutto soggettivo). Il mio autore preferito è senz’altro Dostoevsky; nessuno come lui mi ha toccato così nel profondo.

5 – Hai altri progetti per il futuro o stai già lavorando a qualche altro scritto?

Progetti per il futuro? Stare bene senza troppi problemi (che spesso mi creo da solo ahaha), mi “accontenterei” di questo; e no, non sto lavorando a un altro scritto, anche se per lavoro scrivo, tra le altre cose, curando la comunicazione del mio agriturismo.

6 – Com’è nata l’idea di scrivere questo libro?

Ho sempre trovato affascinante, ebbene sì, il mondo del crimine organizzato nelle sue dimensioni economiche e antropologiche, per tutto quello che purtroppo rappresentano nella nostra società e per ognuno di noi singolarmente; e la ‘ndrangheta nasconde un mondo immenso in questo senso. Diciamo che poi, il libro non vuole essere una “denuncia”, ma un racconto e un approfondimento che anzi vuole sottolineare quanto il mondo mafioso ci “rassomigli” più di quanto ci piaccia ammettere (e lo diceva Giovanni falcone, non un signor nessuno come me).

7 – Immaginati arrivato al successo grazie a una pubblicazione. Di cosa vorresti trattasse questa tua opera?

Esattamente questa che ho già scritto e di cui stiamo parlando 

8 – Qual è il libro che avresti voluto scrivere tu?

“Delitto e Castigo” forse… ma mi manca un tantino, proprio un tantino, di quel talento ahahha.

9 – Che lavoro fai?

Principalmente sono proprietario e gestisco un agriturismo con la mia famiglia.

10 – Cosa farai da grande?

Mmm… credo che finirà che continuerò a fare quello che sto facendo adesso: ovvero amministrare e sviluppare al meglio i beni e le attività che con la mia famiglia abbiamo ereditato da mio nonno. Il tutto cercando di non abbandonare anche quelle che sono le mie passioni; ho abbastanza comodità e privilegi per riuscirci, ed è una fortuna non da poco.

11 – Parlami della tua passione più grande. Non importa sapere di cosa si tratti (magari non lo vuoi dire e non è la scrittura), mi interessa sapere cosa ne ricavi. Cosa provi quando la pratichi e quando non ti è possibile farlo?

La mia passione più grande è senz’altro questa: raccontare! E con questo non intendo necessariamente scrivere; certo la scrittura è un mezzo importante e spesso quello con cui mi trovo più a mio agio per diverse ragioni, ma “raccontare” per me si intende la capacità di attirare e, soprattutto, mantenere, l’attenzione di un “pubblico”, quale che sia; riuscire a “rapirlo”, a sedurlo con ciò che sto raccontando. A prescindere dal contenuto, nel senso: che sia una storia vera, o una rielaborazione, una reinterpretazione di questa, che sia raccontare le attività del mio agriturismo, o che sia una storia inventata, un romanzo… la cosa importante per me, che mi dà gioia, mi gratifica, e mi accarezza l’anima e il cuore, è quella di sedurre il mio pubblico del momento, fosse anche una sola persona che ho davanti a me, non so se sono riuscito a spiegarmi. Può sembrare un po’ narcisistico, e lo è infatti, ma se non portato all’estremo credo che non ci sia niente di male.
In fondo tutti lo siamo un pochino, no? Perciò, quando posso, quando ne sento l’urgenza interiore, in qualche maniera, racconto…

12 – Cosa ti fa paura?

Tante cose sinceramente… tra tutte: la vecchiaia, la morte, quando le due cose si accompagnano e le vedi negli occhi dei tuoi cari, degli anziani della tua famiglia, e pensi che un giorno toccherà a te; poi mi fanno paura le mie fragilità, le mie debolezze (e sono tante), e mi fa paura il fatto che viviamo in una società che di base non insegna ad accoglierle e a lavorarci su, ma insegna a nasconderle sotto il tappeto per poi correre il rischio che esplodano tutte d’un botto. Però ho la fortuna di non dovermi preoccupare di un tetto sulla testa e in generale del mio sostentamento materiale; è un qualcosa che mi ripeto spesso magari per risollevarmi dai momenti un po’ brutti. Moltissime persone invece hanno la paura di non potersi garantire queste cose che io do per scontate. È un privilegio il mio, e credo sia importante ricordarmelo.

13 – Libero arbitrio o destino?

Ho sempre trovato molto affascinante questo dualismo; in passato sono stato molto fatalista, oggi lo sono molto meno. Al momento credo che coesistano entrambi secondo modalità che non mi sono del tutto chiare ahahaahaah

14 – Chi è Paolo?

Un comune essere umano, un peccatore come tanti, un corrotto medio occidentale, avrei risposto in passato, e mentre lo scrivo, mi rendo conto che ancora mi identifica come risposta, per quanto bizzarra possa sembrare. Diciamo poi che ogni giorno cerco di non allontanarmi troppo dalla mia parte più luminosa ecco. Cerco di coltivarla più che posso, di non essere troppo egoista e materialista e… insomma questo, cerco ogni giorno di essere una brava persona, ma non sempre ci riesco.

15 – Ti senti più un intervistato o un paziente in terapia, a causa di queste domande?

Mi piacciono le domande 

16 – Ho visto un’illustrazione di bobbish, collaborate anche per altro?

È un’attività di un mio amico fraterno che ogni tanto ho “condiviso” ma con cui non ho niente a che fare.

17 – Elenca tre consigli per la scrittura

Mmm non credo di avere il diritto di fare il maestro, sai? E non ho una risposta pronta soprattutto. Una cosa te la posso dire però: se ti tocca l’anima nel profondo, la scrittura, allora a prescindere dal successo che avranno i tuoi scritti, non devi mai smettere di coltivarla, come tutto ciò che ci dà gioia e appagamento.

In collaborazione con https://www.instagram.com/briciolacreation/

Intervista a Paolo Ferrero Ponterioultima modifica: 2023-05-19T17:53:46+02:00da pabproject
Reposta per primo quest’articolo