Intervista a Giulia Provera

Cara Giulia, innanzitutto grazie per il tempo concesso.
Benvenuta alle domande “scomode”, spero comprenderai il motivo per il quale le chiamo così.
Mi piacerebbe, anche per questo, conoscere qualcosa in più del tuo pensiero e del tuo linguaggio ma anche delle te non poetessa, la Giulia quotidiana.

Sia chiaro, puoi rispondere alle domande che vuoi. Considera che puoi anche mentire spudoratamente 😀

1 – La solita follia… Vuoi parlarcene brevemente?

La solita follia è la mia primissima raccolta poetica e nasce un po’ come una sfida personale, una messa alla prova. Nel novembre del 2020 mi ero resa conto di aver oramai accumulato una settantina di testi in parte accomunabili per stile e temi per cui decisi di cercare un riscontro provando a inviarlo a varie case editrici tramite mail. Ebbi riscontro positivo nel novembre del 2021 e da lì inizio il lavoro di impostazione della raccolta con Controluna. La raccolta racchiude in sé i miei primissimi testi fino ad alcuni più recenti che affrontano i sentimenti riscontrati tra i 13 e i 20 anni con richiami alla natura e alle stagioni come specchi per comprendere e sentirsi compresi.
Sono soddisfatta e felice dell’uscita del libro e sono allo stesso tempo consapevole che, al di là della pubblicazione fisica e dei risultati, in sé sia stato un passo importante nella mia crescita poiché il dovermi occupare di promuoverlo mi ha dato più sicurezza in ciò che faccio e più determinazione nel proseguire su questa strada. Dovrei parlare maggiormente del libro, lo so, ma in questo momento sono in un periodo di rigetto e sembro disprezzare tutto ciò che ho scritto in precedenza, spero passi, oppure no.

2 – Da dove nasce l’esigenza di scrivere?

Penso sia un incrocio tra una forma di sfogo e la necessità di sciogliere dei nodi interiori, oltre al piacere di giocare con le parole. Non so quanto indietro ricondurre questa esigenza se alla soddisfazione dopo aver scritto un bel tema alle elementari o ai primi componimenti alle medie.
Quello che posso dire è che mi sono avvicinata alla poesia in modo naturale, invece di scrivere un diario scrivevo frasi, associazioni di parole, brevi versi e da lì cercavo di ritrovare ed esprimere la sensazione che stavo provando in quel momento, una sorta di diario delle emozioni molto distillato nel tempo.

3 – Stai lavorando ad altro, al momento?

Al momento non ho un progetto preciso cui sto lavorando, continuo a scrivere versi e penso a possibili pubblicazioni successive. Diciamo che progetti spesso li inizio ma poi non li continuo perché in quel momento non mi vengono naturali e preferisco non forzarli: salvo tutto sul pc e li lascio lì a macerare, chissà che in futuro non venga il loro momento.

4 – Fatti un’auto-domanda e risponditi 🙂

Ok, questa potrebbe essere la domanda più difficile di questa intervista, ahah… darò una risposta un p’ schematica e vaga su come funziona lo scrivere per me. Nell’ultimo anno con la pubblicazione del libro, la creazione della pagina e il prendere più seriamente lo scrivere mi sono interrogata su come funzionasse per me la scrittura e penso di avere intuito alcuni particolari:

– scrivo più facilmente la sera/notte
– d’inverno scrivo di più che d’estate, di per sé scrivo più volte ma non per questo più testi
– parto spesso da associazioni di parole, modi di dire, frasi sentite, poche parole che descrivono una situazione/sensazione e da queste creo un testo
– negli ultimi testi ho cambiato stile rispetto alla mia prima raccolta, diminuendo il non detto e le pause e tratteggiando meno a pennellate e più con frasi le immagini (vedi differenza tra ‘Nostalgia d’autunno’ che ho scritto recentemente e la maggior parte dei testi contenuti in ‘La solita follia’)
– non riesco (o riesco molto raramente) a scrivere poesie con un tema dato
– le poesie o a matita o a computer ma mai a penna, chissà perché poi
– spesso capita che le idee mi vengano mentre sono in macchina o nei viaggi sui mezzi pubblici
(meno male che esistono le note del telefono)
– non correggo ne elaboro a lungo uno stesso testo ma posso lasciarlo maturare e poi fare piccoli aggiustamenti se non mi convince subito
– la maggior parte dei testi fanno riferimento non a specifici avvenimenti biografici ma a pensieri e riflessioni sciolte, in altre parole la mia vita non è cosi presente nei testi (in quelli finora pubblicati almeno)

Finito l’elenco di informazioni random e non richieste, ma penso abbia fatto bene a me in prima persona metterle per iscritto quindi grazie di questa domanda libera 🙂

5 – Hai mai pensato di scrivere qualcosa che non fosse poesia?

Sì, ho provato a scrivere racconti e anche iniziato qualche romanzo ma ho lasciato tutto in pezzetti sparsi per ora, devo dire che non mi danno lo stesso senso di pace e necessità che mi dà la poesia, oltre che la costanza sembra non essere il mio forte. Forse in un futuro ritenterò altre forme.

6 – Parlami della tua passione più grande. Non importa sapere di cosa si tratti (magari non lo vuoi dire e non è la scrittura), mi interessa sapere cosa ne ricavi. Cosa provi quando la pratichi e quando non ti è possibile farlo?

Diciamo che ho molte cose che mi piace fare ma proprio come passione direi la lettura, la scrittura la classifico più come necessità e va di pari passo con la lettura. Cosa ne ricavo.. diciamo che quando leggo mi sento nel mio stato naturale, non mi sforzo ad essere qualcosa che non sono, non mi preoccupo dell’esterno ne degli altri, per cui più che una sensazione che provo direi che sono le preoccupazioni che non provo che mi fanno stare bene mentre leggo; mi piace inoltre sentire come il mio cervello sia attivo quando leggo o apprendo qualcosa. Quando non mi è possibile leggere ho l’alternativa di immaginare qualsiasi situazione nella mia testa, il daydreaming è situazione costante per me.

7 – Cosa ti fa paura?

A parte la morte? Non vorrei diventare troppo dark ma ecco penso la morte. (inserire risata nervosa). Non riesco a pensare ad altro ma penso che la cosa che mi terrorizzi di più sia quella, qualsiasi altra cosa sarebbe reversibile o potrei lavorarci su, ma a quel punto fermo no. Ed è una risposta egoistica me ne rendo conto: avrei potuto dire la solitudine, la morte dei cari, ma del resto la prima cosa che mi è venuta in mente dopo aver letto la domanda è esattamente questa. Risposta forse scontata ma onesta.

8 – Libero arbitrio o destino?

Una terza opzione si può? Direi che credo più nel caso, non vedo nessuna predestinazione ma una serie di circostanze entro cui più individui si muovono e compiono scelte e azioni dettate da altre circostanze (come quelle in cui sono cresciuti, azioni in precedenza, ecc..) per cui se qualcosa avviene e noi successivamente cerchiamo di darle un significato ‘doveva essere così’, ‘non poteva che essere così’ o pensando ad una predestinazione. Il libero arbitrio c’è entro limiti ben definiti dalle circostanze, quando facciamo una scelta la facciamo sì ma non del tutto liberamente, abbiamo delle opzioni tra cui scegliere ma non tutte le opzioni. Tutto è un meraviglioso incastro di attimi strettamente correlati ma non per questo vanno tutti nella stessa direzione, una sorta di caos ordinato a posteriori. Penso di aver dato una risposta parecchio confusionaria…

9 – Cambieresti qualcosa del tuo percorso di vita?

Sì parecchie cose ma non perché ora mi piango addosso semplicemente con il senno di poi avrei fatto diversamente. Non sto qui a sciorinartele tutte ma diciamo che non mi sarebbe dispiaciuto avere un obiettivo fisso e sicuro verso cui lavorare invece che vagare un po’ di qua e un po’ di là: tra scuole diverse, lavori diversi, obiettivi che cambiano ogni sei mesi ecc… ma come si dice ‘c’est la vie’.

10 – Cosa farai da grande?

Mi piace pensare la poetessa anche se non è una cosa che si ‘fa’. Per il momento mi barcameno cercando di capire quanto posso vivere dedicando il maggior tempo possibile alla lettura e alla scrittura. Diciamo che per essere una che scrive non ho tutta questa grande immaginazione e non riesco a vedermi grande, proseguo per piani bimensili, annuali.
Credo che un giorno mi ritroverò ad ‘essere grande’ e spero per allora di essermi trovata.

11 – Consigli per chi vorrebbe iniziare a scrivere poesie?

Iniziate ahah.. così proprio direi, scrivete quello che vi viene parole e da parole immagini, buttate giù le parole e poi collegatele; datevi tempo. Non devono essere belle, non devono essere gradevoli, devono essere vostre, devono parlare a voi, di voi. Se scrivete e dopo state meglio allora hanno già fatto il loro lavoro, se le scrivete e vi sentite come se aveste sciolto un nodo dentro di voi, allora ci siete riusciti.

12 – Chi è Giulia?

Ehh… Giulia è una ragazza appena diventata ventiquattrenne che prova a vivere il mondo un po’ fuori e un po’ dentro la sua testa (più dentro che fuori ma ci sto lavorando), che ama leggere, ascoltare musica, che cambia hobby più velocemente delle stagioni, a cui piace la montagna ma anche il sole sulla pelle, che adora gli alberi, il verde e i colori delle stagioni, a cui piace sognare ad occhi aperti e nonostante ciò si definisce una cinica o, dal mio punto di vista, una realista.
Nata a dicembre ai piedi dei monti, mi è sempre piaciuto leggere e studiare due attività perfette per la mia indole silenziosa e solitaria, sono un po’ un orso come si dice.

13 – Qual è la poesia che avresti voluto scrivere tu?

Un po’ tutte, no scherzo, però mi capita spesso di rimanere estasiata dai versi che leggo e pensare “cavoli ha usato le parole perfetta per esprimere questa sensazione, avrei voluto trovarle io”. Per cercare di rispondere più precisamente a questa domanda, pur risultando scontata, direi le poesie di Pavese di ‘La terra e la morte’ e ‘Verrà la morte e avrà i tuoi occhi’ con le loro splendide chiusure, ma anche i versi saturi di Ungaretti in ‘Allegria di naufraghi’.

15 – Ti senti più un’intervistata o una paziente in terapia, a causa di queste domande?

Mi sento più in una chiacchierata di quelle dopo le quali ti senti meglio, e pensi ‘andava proprio fatta’ (ed è la seconda volta che scelgo la terza opzione delle due..). È strano parlare (si fa per dire) così liberamente di poesia e di me-autrice, non mi capita spesso e spero che col tempo aumenti l’opportunità di farlo, inoltre scrivere mi è cento volte più facile di parlare e mi permette di dire cose che a voce non riuscire a esprimere. Aggiungo che è sempre bello rispondere a domande come queste perché spesso rispondendo si scoprono cose di sé o ancora meglio si riesce a mettere in parole qualcosa che è sempre stato sottinteso nel proprio essere ma che nel doversi spiegare agli altri trova la propria dimensione. Spero di non aver divagato troppo…

16 – Carino il logo! Che applicazioni hai usato?

Grazie! Bellissima domanda …ho vagato un po’ nella cronologia e mi sembra di aver usato logomaker. In realtà è un logo temporaneo e ho intenzione di cambiarlo a breve per mettere qualcosa che renda più l’idea di poesia e della personcina che sta dietro la penna ma vedremo… stay tuned 😉

17 – Ho visto che le tue foto hanno tutte lo stesso sfondo più o meno, cosa ti ha portato a scegliere questo metodo?

Diciamo che l’idea iniziale era quella di mettere uno sfondo che raffigurasse della carta stampata o comunque proponesse la texture e la ruvidità del foglio ma, con mio fratello (che è il principale grafico della pagina), abbiamo optato per un colore che richiamasse la carta e non fosse un bianco troppo acceso, che trovo fastidioso agli occhi soprattutto da uno schermo) per cui siamo arrivati a questa tonalità di beige-rosa che tutto sommato si abbina bene anche con le foto dei testi fotocopiati.

18 – Cosa ti piacerebbe vedere come nuovo aggiornamento su Instagram?

Purtroppo come ho già detto credo mi manchi un po’ di immaginazione e in campo tecnologico sono poco avvezza quindi non saprei… forse la possibilità di condividere anche le storie in cui non si è taggati, anche se riconosco che sarebbe problematico per l’uso più personale/privato che si fa di esse, oppure la possibilità di pubblicare i post con date differenti da quella di pubblicazione o decidendone l’ordine il che renderebbe più facile sistemare il feed a posteriori anche se così questo diverrebbe ancora di più un ‘artificio’. Si potrebbe anche migliorare a livello di interazione permettendo dirette con più di 4 persone o iscrizione a dirette programmate con note e memo per parteciparvi, una sorta di calendarizzazione.
Grazie per la disponibilità e per la fiducia.
Ti auguro 100000 follower reali, nei prossimi giorni.

In collaborazione con https://www.instagram.com/briciolacreation/

Intervista a Giulia Proveraultima modifica: 2023-02-28T21:02:04+01:00da pabproject
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