Intervista a Giancarlo Telloli

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Caro Giancarlo, innanzitutto grazie per il tempo concesso.

Benvenuto alle domande “scomode”, spero comprenderai il motivo per il quale le chiamo così.

Mi piacerebbe, anche per questo, conoscere qualcosa in più del tuo pensiero e del tuo linguaggio ma anche del te non scrittore, il Giancarlo quotidiano.

Sia chiaro, puoi rispondere alle domande che vuoi. Considera che puoi anche mentire spudoratamente 😀

Carissimo Fabio,

innanzi tutto grazie per la tua collaborazione, che mi fa estremamente piacere! Risponderò alle domande che mi poni con assoluta sincerità e trasparenza, convinto come sono che nella vita (ed alla mia età in particolare) siano l’onestà e la limpidezza a fare la differenza tra l’essere e l’apparire.

1 – Da dove nasce l’idea di scrivere un libro?

Io nasco in realtà come lo Storico (ci torneremo dopo) cui il Comune di Charvensod (Aosta) ha dato l’incarico di analizzare la documentazione d’epoca conservata nei suoi archivi. In occasione della Ricerca mi sono imbattuto nelle Liste di Leva del periodo 1875-1900. Si era negli anni del centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale ed i reperti rivestivano un’importanza particolare per eventuali commemorazioni.

Ritrovai gli esiti della visita militare di circa 100 ragazzi del paese avviati alle armi in occasione della Grande Guerra. Per scoprire il destino di ciascuno di essi, ho provveduto a rintracciare i Fogli Matricolari custoditi presso l’Archivio di Stato di Torino, ricostruendo così le vicende di vari soldati, in particolare la storia dei Caduti in guerra.

Uno fra questi giovani era morto a 18 anni il 13/12/1917 sul Monte Solarolo: si chiamava Eugenio (Eugène) Lucianaz. Il suo destino mi colpì come una sassata ed iniziai a ripercorrere i momenti salienti di quell’ultimo anno di vita partendo dai dati documentali ed arricchendoli di incontri realmente avvenuti e/o immaginari, di possibili emozioni, del contesto territoriale, politico e culturale in cui si erano trovati immersi quei mesi nell’esistenza di un adolescente.

2 – “Gène e gli altri al confine della notte”. Vuoi parlarci di questo libro?

Mi ritrovai così a scrivere il Romanzo “Gène e gli altri al confine della notte”, che ripercorre – avvalendosi di un apparato documentale imponente, minuzioso e ben conservato – la visita militare e l’arruolamento del ragazzo nel Battaglione Alpini Aosta, i suoi incontri con i paesani ed i commilitoni in caserma, le vicende della sua famiglia, il legame con la giovane coetanea che potrebbe essere stata la sua fidanzata, la partenza per il fronte del Pasubio, la descrizione di quel territorio, il trasferimento di reparto nel Battaglione Valcamonica, l’arrivo alle pendici del Monte Grappa e sui Solaroli, le prime esperienze di guerra ed infine la morte, le cui esatte modalità sono riportate anche sul Foglio Matricolare e sull’Atto di Morte.

3 – “Thérèse l’altro confine”. Di cosa si tratta, quando lo hai pubblicato e dove possiamo trovarlo?

il Romanzo “Thérèse l’altro confine” nasce dalla necessità di chiudere il cerchio con quel primo racconto, riprendendo lo stesso periodo e – specularmente – le esperienze molto simili vissute da Thérèse Lambert, persona realmente esistita e di cui ho verificato gli atti di Stato Civile (nascita, morte, censimenti) per verificarne la compatibilita con Gène. Della ragazza ho ripercorso l’innamoramento, la salita agli alpeggi (nell’epoca dell’arruolamento di lui), l’incontro ad Aosta nel giorno del Giuramento, il ritorno dalla montagna (nel giorno della partenza di Gène per il fronte), lo scambio di lettere, il lavoro presso la fabbrica di munizioni, l’attesa di notizie, la reazione all’annuncio della morte dell’innamorato, la “vita-non vita” successiva sino al solitario epilogo in solitudine.
L’ idea era (ed è!) quella di costruire il romanzo speculare di due vite simbiotiche al di là della distanza, vissute nel cuore di due guerre parallele: quella tragica dei soldati e quella delle madri, delle sorelle, delle fidanzate altrettanto dura e crudele di quella combattuta dagli uomini.

4 – Chi è Giancarlo?

Sono nato ad Aosta il 2 dicembre 1950. Ho svolto studi regolari sino alla maturità in Ragioneria dopo la quale mi sono iscritto alla Facoltà di Magistero dell’Università di Torino. Studente-lavoratore mi sono sposato giovanissimo, ho avuto due figli e mi sono infine laureato con 110, Lode e Dignità di Stampa il 30 novembre 1983.
Una crisi famigliare mi ha reso alla libertà di single e mi ha indotto a lasciare il precedente impiego per diventare Insegnante di Letteratura e Storia nella Scuola Secondaria di II Grado dove sono rimasto sino alla pensione (2011).
Sono sentimentalmente instabile, come dimostra la nascita del mio terzo figlio da una compagna con cui non sono più da tempo; con altre signore ho trascorso frammenti di vita di durata variabile.
In parallelo rispetto all’attività lavorativa prevalente ho fatto il musicista (trombettista e Direttore di Banda musicale dal 1960 ad oggi) ma anche il Ricercatore Storico (presso la BDIC di Parigi e la Fondazione Einaudi di Torino), il Consulente musicale ed artistico per Stagioni Concertistiche e presso vari giornali e riviste, il Curatore di Esposizioni di Pittura, l’Amministratore Comunale (Assessore alla Cultura e allo Sport nel Comune di Courmayeur), l’Alpinista ( con ripetute Spedizioni sul Monte Bianco ed altri 4000 delle Alpi, sul Kilimanjaro, sul Fuji Yama).
Sono infine stato nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Nel profondo in realtà sono un ragazzino che si nasconde sotto le sembianze di un signore di età quasi ragguardevole.

5 – Cosa fai nella vita?

Oltre a percepire la pensione scrivo Romanzi (2 Premi Alpini Sempre), Racconti (4° classificato al Concorso Sandro Sciotti – Città di Marino 2018), Drammi Teatrali (5° classificato al Concorso Antonio Borgese 2019) e Poesie (finalista al Concorso Città di Castello 2022).
Dirigo la Banda Musicale Hiboux en Musique di Valpelline (AO) e la Fanfara Sezionale dell’Associazione Nazionale Alpini Valdostana.
Tengo costantemente incontri letterari e Presentazioni Emozionali dei miei lavori.

6 – Parlami della tua passione più grande. Non importa sapere di cosa si tratti (magari non lo vuoi dire e non è la scrittura), mi interessa sapere cosa ne ricavi. Cosa provi quando la pratichi e quando non ti è possibile farlo?

Qui si esige una risposta articolata: potrei dirti la musica – soprattutto l’attività di direzione – ma farei un torto alla montagna (che guardo ormai da lontano per problemi alle ginocchia). Forse il massimo è coniugare musica e montagna: negli anni fra il 1986 ed il 90 ho infatti tenuto dei concerti e delle spedizioni in vetta al Monte Bianco, al Mont Dolent, al Mont Velan, al Kilimanjaro, al Fuji Yama, dai quali ho ricavato l’immensa emozione di coniugare la creatività artistica e d il gesto fisico, atletico.
D’altra parte il progettare, costruire, pubblicare storie in cui nascondo frammenti di anima e di emozioni mi appaga intensamente, così come lo svolgere attività di volontariato in emergenza (Sono stato in Albania durante la guerra del ’99, a L’Aquila ai tempi del terremoto, a Mirandola ed impiegato in vari soccorsi in montagna) mi fa sentire utile agli altri.

Ormai però mi gratifico con quanto posso ancora concretamente fare e lo scrivere è un’esigenza quotidiana in cui credo di riversare le sensazioni e le emozioni di tante esperienze che mi si precludono per l’avanzare dell’età.

7 – Stai lavorando ad altro, al momento?

In ambito storico-letterario mi sto cimentando con alcune serie di racconti scaturenti dalla documentazione raccolta riguardo a caduti della Prima Guerra Mondiale in alcuni Comuni valdostani.
Proseguo poi con le mie presentazioni e le comparsate televisive e dirigo le mie formazioni musicali in nuovi repertori da concerto.

8 – Libero arbitrio o destino?

Sono combattuto fra l’orgogliosa affermazione del primato della volontà sul caso e l’arrendevole reclinare del capo di fronte alla vastità dell’esistere. Faccio mia l’immagine della Ginestra di Leopardi, che si inchina schiacciata dalla lava ma non piega la testa prima di aver combattuto per la sua esistenza.

9 – Hai pubblicato tramite self publishing o con casa editrice? Ci racconti l’esperienza?

Ho sempre trovato un editore, sia per i Saggi storici (Einaudi, L.Trockij) che per i Romanzi (VIDA per Gène e LuoghInteriori per Thérèse).
In entrambi i casi mi sono sentito apprezzato, compreso, coccolato. Senza contare poi la comodità di veder proporre il proprio lavoro in modo ordinato ed efficace.
No… editori tutta la vita!!!

10 – Quante copie hai venduto dei tuoi libri?

Sia l’uno che l’altro Romanzo hanno avuto una tiratura di 1000 copie; Gène è quasi esaurito e per Thérèse lavori in corso… ma sono abbastanza soddisfatto.

11 – Scrivi di notte o di giorno?

Cerco di far mie quelle regole di quotidiana attività produttivo-creativa di cui parla la maggior parte degli scrittori, anche dei cosiddetti maudits, che sono anzi spesso più rigorosi di tanti ragionieri della penna. Credo che la notte sia fatta per dormire…

12 – Cosa farai da grande?

Non faccio mai programmi a lungo termine ma penso di viaggiare verso luoghi nuovi e persone nuove; fisicamente finché sarà possibile e con gli occhi della mente e del sogno fino a quando avrò consapevolezza di me.

13 – Cosa ti fa paura?

E’ proprio questa la mia paura più grande: perdere coscienza della mia individualità, smarrire i miei ricordi nell’oblio della demenza… ma temo anche il declino di un corpo che fino ad oggi riconosco e temo che possa non supportare più le mie passioni. Il progressivo abbandono della montagna e dello sci è un segnale in proposito.

14 – Entrambe i romanzi hanno vinto il premio letterario “Alpini Sempre”. Ci racconti l’esperienza? Come hai trovato questa iniziativa? Ti ha portato visibilità?

L’esperienza con “Alpini Sempre” è nata quando, letto il romanzo di Gène, vari amici mi hanno spinto a partecipare al Premio. Dire che mi aspettavo di vincerlo è eccessivo ma sentivo di poter dire qualcosa di interessante in quel contesto.
L’esperienza è stata in sé gratificante (anche per lo splendido pranzo di gala!) seppur priva di riscontri al di là di qualche articolo di giornale che ho molto apprezzato.
La vittoria di quest’anno credo rappresenti la continuità del discorso. Quanto ai risultati, vedremo!

15 – Ti senti più un autore o un paziente in terapia, a causa di queste domande?

Ti confesso che mi sembra semplicemente di scrivere ad un amico lontano cui raccontare scampoli di vita. Io penso che sentirsi Autore sia un po’ come voler dare esistenza concreta a personaggi di pirandelliana memoria… non sono che apparenze.

16 – Per le copertine hai collaborato con qualche illustratore/ice? Se sì puoi dirci il nome e/o raccontarci l’esperienza?

In entrambi i casi le copertine mi sono state proposte dagli editori: nel caso di Gène era la prima pagina di una Domenica del Corriere con gli alpini dell’Aosta (nappina rossa!) in combattimento. Quanto a Thérèse la suggestione mi è stata proposta dallo staff dell’editore. Che dire: mi hanno entusiasmato entrambe anche se ora apprezzo maggiormente la liricità intima della giovane contadina evocata.

17 – Su Instagram si possono vedere solo due post, per caso usi altri social? Dove possiamo trovarti?

Sono presente anche su Facebook (Giancarlo Telloli) e con alcuni Video su YouTube, in particolare con la presentazione di Gène e gli altri al confine della notte.

18 – Secondo te quali sono i migliori metodi per autopromuoversi (oltre alle mie meravigliose interviste)?

Vedi, sono talmente convinto della validità dei miei romanzi (e talmente pieno di me 🙂 🙂 🙂 ) che se sapessi la ricetta migliore per autopromuovermi avrei già ottenuto quei 100.000 followers che mi auguri… per ora approfitto della tua gentilezza e dell’intelligenza delle tue domande, che ho apprezzato e gradito immensamente.
Al di là di tutto grazie per la tua disponibilità, professionale ed amichevole.

Buon lavoro e, spero, a risentirci presto

Grazie per la disponibilità e per fiducia.

Ti auguro 100000 follower reali, nei prossimi giorni.

In collaborazione con https://www.instagram.com/briciolacreation/

Intervista a Giancarlo Telloliultima modifica: 2023-01-03T17:56:46+01:00da pabproject
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